venerdì 22 ottobre 2010

Una giornata da berberi

La mattinata si presenta subito carica di emozioni, visto che il  nostro caro amico Giacomo Ferri, l’italiano titolare de “Le Chevalier Solitaire”, ha provveduto ad organizzare tutto nei minimi dettagli per rendere indimenticabile la nostra permanenza a Merzouga. Dopo una “leggera” colazione in puro stile marocchino a base di caffè speziato, latte, succo d’arancia, omelettes, marmellate fatte in casa a base di datteri e fichi d‘India, partiamo alla volta del centro di Merzouga dove un simpatico ometto berbero che parla non solo italiano, ma addirittura toscano, ci inizia al rito della vestizione in preparazione della cammellata nel deserto. Lo seguiamo per le vie del paese, noi a bordo della nostra inossidabile Corolla, lui su un motorino d’altri tempi, un’ incrocio tra un vecchio Ciao e il mitico Fifty, fino alla cooperativa che raccoglie i lavori fatti a mano delle donne e degli uomini berberi che abitano la zona. Qui, grazie alle sue abili mani, ci trasformiamo in uomini del deserto, indossando ciascuno il tipico turbante.




Quindi non ci resta che montare sui nostri bei dromedari preparati per l’occasione e partire alla volta del deserto sabbioso, detto anche Erg, guidati da Said e Noureddine, due giovani ragazzi berberi che ci hanno seguito a piedi in una marcia di ben 4 ore!
A questo punto sarete tutti curiosi di sapere come si sta a bordo di un cammello…Sinceramente credevo molto peggio. Dato che come sicuramente sapete il dromedario viene anche chiamato la “nave del deserto” ci aspettavamo movimenti nauseabondi, invece, dopo un attimo di adattamento alla sella (sicuramente più scomoda di quella di un cavallo) e di dimestichezza con le operazioni di salita e di discesa (sicuramente le più complicate data anche la statura), abbiamo attraversato in scioltezza l’Erg come dei veri Touareg. Ovviamente, data la durata del tragitto non potevamo non entrare in confidenza con i nostri accompagnatori e soprattutto con i nostri dromedari, per cui abbiamo deciso di ribattezzarli a nostro piacimento. Quindi io ero a bordo di Camillo, Omar di Lello, Marco di Priscillo e il Bresso di Dario. Sì, sì in effetti non abbiamo brillato per fantasia, ma tutto sommato sono nomi azzeccati, no?




Durante la cammellata abbiamo fatto diverse soste fotografiche e abbiamo pranzato in un campo tenda  in un’oasi che i locali hanno allestito per i turisti, con tanto di intrattenimento sportivo: addirittura si sono inventati lo sci  e lo snowboard sulle dune! In serata abbiamo poi raggiunto, sempre a cavallo (o meglio a cammello?) dei nostri fidi destrieri, l’accampamento berbero dove abbiamo pernottato. Siamo arrivati giusti giusti per goderci un suggestivo tramonto




sorseggiando the alla menta, al quale è seguita una cena in pieno stile berbero, a base di riso, Tajine (che abbiamo capito essere il piatto nazionale visto che ce lo rifilano ovunque andiamo in mmmille modi diversi) e frutta di stagione. La serata si è conclusa con un concerto di bonghi al quale abbiamo partecipato anche noi attivamente intonando canzoni italiane (che coi bonghi c’entrano poco!) e cercando di risolvere indovinelli complicati già nella traduzione, visto che si passava dalla versione base in berbero-arabo, alla traduzione in inglese, alla risoluzione in italiano per poi ritradurla di nuovo in inglese.
La mattina seguente svegli alle 6 in punto per poter vedere l’alba con i suoi suggestivi colori che passano dal rosa, all’arancione, all’azzurro chiarissimo e rimetterci poi sulla via del ritorno a Merzouga per poter ripartire alla volta delle Gole del Todra.




Lungo la strada che da Erfoud porta al Todra abbiamo costeggiato vari palmeti e fermandoci in una zona dove si trovano i pozzi di pulizia delle Foggare (canali di scolo delle oasi), abbiamo potuto toccare con mano quanto possono cogliere di sorpresa i venditori sul ciglio della strada; nonostante tu abbia parcheggiato a debita distanza e mentre scatti le foto con la coda dell’occhio dai sempre un’occhiata per verificare la posizione del nemico, quando meno te lo spetti eccolo spuntare davanti all’obbiettivo carico di cose inutili da vendere!
La strada per le Gole prosegue poi in una valle verdeggiante circondata da rocce di tutte le tonalità di rosso che vanno via via innalzandosi e restringendosi fino quasi ad abbracciare il fiume sottostante. Purtroppo oggi il tempo non è stato molto dalla nostra parte e, incredibile ma vero, ci siamo presi un bell’acquazzone per buona parte del tragitto fino all’arrivo alla Kasbah dove abbiamo dormito. Pioveva così intensamente che abbiamo fatto appena in tempo a portare i bagagli nelle stanze per poi assistere all’arrivo della piena del fiume che ha portato via addirittura il ponticello che i turisti normalmente usano per arrivare all’albergo! Molti turisti arrivati dopo di noi hanno dovuto fare marcia indietro.




La giornata si  conclusa con doccia fredda (tranne per il paraculato Omar) e cena a base di Tajine che è ormai diventato il nostro incubo peggiore (oltre ad essere una parola utile per scattare foto al posto dell’inflazionato cheese!).


P.S. Omar si dissocia da ciò che ho scritto e si riserva di intraprendere azioni legali nei confronti dei compagni di viaggio.


Sara